Tipo di intonaco lucido, impermeabile e biancastro; usato per paramenti interni ed esterni.
Materiale costruito ad imitazione del marmo. Ottenuto dalla mistura di gesso, allume, solfato di zinco, cloruro di calcio ed altre sostanze che lo rendono lavabile e ne aumentano la resistenza; il composto viene posto in forme e pressato, poi levigato e lucidato. Può essere ottenuto anche da lastre di cemento, di amianto o di lavagna poi lucidate e colorate. Impiegato soprattutto in lastre per il rivestimento di pareti.
Roccia calcarea, cristallina, a grana piuttosto uniforme; può essere lucidata e lavorata per ottenere lastre, blocchi, colonne, architravi, ecc., le lastre sono usate soprattutto per pavimenti e rivestimenti. I M. possono essere policromi (venati, broccati, listati, screziati, fioriti, ecc.) e monocromi se la colorazione è uniforme. Fra le numerose varietà ricordiamo i M. di Carrara: bianchissimi e traslucidi se puri, ed i M. rari: alabastri orientali, cipollini, sieniti, onici e graniti. I M. hanno una resistenza a compressione che varia di solito tra 900 e 1200 kg/cmq, e peso specifico tra 2400 e 2800 kg/cmc
Lastra costituita da uno strato di conglomerato cementizio ed uno strato superficiale di cemento misto a graniglia di marmo; si possono ottenere vari colori tinteggiando la malta di cemento e usando vari tipi di marmo. Le dimensioni variano da cm 20×20 a cm 40×40 con spessori da cm 1,7 a cm 3,5. Le lastre sono usate soprattutto per pavimenti.
Opera di difesa degli argini di un fiume, formata da una specie di grossa stuoia fatta di sottili pertiche e grossi vimini, fissata con paletti alla scarpata da proteggere. La M. può essere anche in calcestruzzo armato, formata da elementi collegati fra loro da fili di ferro zincato o anche articolati con cerniere di calcestruzzo armato.
Piano abitabile sufficientemente finestrato ricavato nell’altezza del tetto a falde inclinate, spesso a profilo spezzato. Sistema molto usato in Francia e nei paesi nordici, esistono esempi già nell’epoca medievale, ma riproposto nella seconda metà del sec. XVII dagli architetti francesi F. e J.H. Mansard.
Qualsiasi prodotto legante impastato con acqua e materiali inerti (l’acqua manca solo nelle M. a base di leganti idrocarburati, e cioè asfalti, bitumi e catrami). I vari tipi di M. si distinguono in base alla natura dei leganti (gesso, calce, cemento, bitume, ecc.) e al processo di presa del conglomerato; sia che avvenga in presenza di aria: M. aeree (di leganti idrocarburati), sia che avvenga in presenza di aria o di acqua: M. idrauliche (di calce idraulica, cemento, ecc.). Fra i vari tipi: la M. bastarda nella quale oltre alla calce sono presenti altri leganti (cemento, gesso); M. per stucchi nella quale l’inerte è costituito da polvere di marmo; M. adesiva che nel composto contiene percentuali di silicio, carbonato, sabbia e additivi, derivandone un adesivo impiegato per incollaggio di piccoli elementi ceramici
Prodotto ceramico, meno fine della porcellana, a pasta porosa, opaca colorata oppure bianca, con rivestimento trasparente o colorato. Le M. si suddividono in tre categorie: M. verniciate, M. smaltate o comuni, M. fini o terraglie. Trovano largo impiego nel rivestimento di ambienti che richiedono qualità igieniche.
Tipo di calcestruzzo di cemento, con una bassa percentuale di legante, usato quando non è richiesta nessuna caratteristica statica, ad esempio nella gettata al di sotto dei plinti di fondazione.