Questo articolo, scritto dall’Arch. Mario Monardo, mi è stato gentilmente concesso per la pubblicazione sul blog.
Mario, oltre ad essere un amico, è un tecnico con i fiocchi che non ha problemi a raccontare la verità e a parlare di tecnica.
La cosa simpatica è che io e lui abbiamo avuto, in momenti diversi e con argomentazioni diverse, la stessa idea per il titolo: “i falsi profeti”; dopo aver letto questo articolo vi invito a leggere quelle che scrissi tre anni fa: attenzione ai falsi profeti (potete cliccare sopra il titolo per leggerlo)
ATTENZIONE AI FALSI PROFETI – GARANZIA E VITA UTILE DEI SISTEMI POLIURETANICI ROOFING
Arch. Mario Vincenzo Monardo
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Invecchiamento, resistenza ai raggi UV, durabilità, sono alcuni dei parametri tecnici più importanti a cui devono rispondere i prodotti impermeabili liquidi per coperture roofing e in particolare i sistemi poliuretanici. Per il loro utilizzo occorre eseguire adeguate preparazioni dei supporti e corrette metodologie di posa, pertanto, per l’impiego di tali sistemi oltre alla conoscenza delle regole applicative occorre possedere una buona competenza in ambito chimico a fronte delle reazioni e delle problematiche a cui possono essere soggetti questi particolari elastomeri.
Naturalmente un sistema impermeabile deve essere in grado di garantire non solo l’impermeabilità della struttura ma soprattutto la sua durabilità in termini di anni.
La falsa informazione
Ed è proprio sul termine “durabilità” e “garanzia” che si basa la falsa informazione utilizzata da numerose aziende e dai loro rappresentanti moltissimi dei quali si spacciano per tecnici, promotori tecnici, specialisti di linea ma che di tecnico e di specialista hanno ben poco testimoniato dalla loro scarsa conoscenza di problematiche tecniche e chimiche.
E’ interessante sapere cosa raccontano diverse aziende ai clienti, agli applicatori ed ai progettisti in merito all’impiego dei sistemi poliuretanici.
Le frasi che vengono maggiormente utilizzate sono le seguenti…… “il nostro sistema è garantito 10, 15, 25 anni, ecc” e per avvalorare tale tesi sulle schede tecniche e sulla documentazione di diversi prodotti vengono esposte delle tabelle o alcuni loghi che riportano dati relativi alla durabilità e garanzia del sistema.
Oppure, in alternativa …. “con il nostro sistema è possibile realizzare facilmente e velocemente impermeabilizzazioni durature e sicure con una durata minima del sistema di 25 anni”!!!….
Dichiarazioni di effetto, estremamente convincenti per chi non conosce bene i sistemi roofing, anche perché queste informazioni distorte e non veritiere sono molto spesso supportate dalla pubblicità e dal marketing di diverse aziende ritenute molto specializzate nel settore delle impermeabilizzazioni.
Tanti anni addietro, lo statunitense Carl Sagan, famoso astronomo, astrofisico e astrobiologo, scomparso nel 1996, dichiarava:
“La pubblicità insegna alla gente a non fidarsi del proprio giudizio. La pubblicità insegna alla gente ad essere stupida”.
Ed è proprio da questa meravigliosa citazione di Sagan che affronterò il tema della garanzia/vita utile di un sistema impermeabile poliuretanico.
Per l’impermeabilizzazione di coperture, terrazzi e balconi il mercato propone una serie di prodotti poliuretanici e guaine liquide che vengono applicati spesso privi di armatura (solitamente un mat in fibra di vetro), in spessori variabili da 1,5 – 2,5 mm. Sistemi privi di uno strato di finitura UV resistente (top coat) e in grado di garantire, secondo molti venditori e tecnici aziendali, veri poeti dell’edilizia, una durabilità della copertura trattata fino a 25 anni.
Si tratta di indicazioni errate.
L’opera di persuasione attuata da diverse aziende per mezzo della pubblicità e del marketing risulta essere molto efficace al punto che numerosi applicatori, ritenuti competenti e specializzati, a precisa domanda sulle motivazioni per le quali applicano questi sistemi secondo errate indicazioni rispondono testualmente….”vendo o applico questo prodotto perché l’azienda mi fornisce la garanzia di 10, 15, 25 anni”…..
Facciamo allora un po’ di chiarezza!!!
I prodotti impermeabili per coperture roofing come i poliuretani o le guaine liquide rispondono alla ETAG 005 (“Guideline For European Technical Approval Of Liquid Applied Roof Waterproofing Kits”). Le linee guida ETAG sono definite dall’EOTA, acronimo di European Organisation for Technical Assessment. L’EOTA è l’Organizzazione Europea per le Valutazioni Tecniche nell’area dei materiali da costruzione, con sede a Bruxelles ed ha il compito di sviluppare e adottare i Documenti Europei di Valutazione (European Assessment Documents, EADs) utilizzando le conoscenze tecniche e scientifiche dei suoi membri. L’EOTA coordina l’applicazione delle procedure stabilite per richiedere le Valutazioni Tecniche Europee (European Technical Assessment, ETA). Si assicura che gli esempi di “Best Practices” vengano condivisi tra i suoi membri, al fine di promuovere una miglior efficienza e fornire un miglior servizio all’industria. I membri dell’EOTA sono tutti i Technical Assessment Bodies (TABs) designati dagli stati membri dell’unione europea e dell’area economica della comunità europea.
I principali parametri tecnici individuati dalla ETAG 005 per la classificazione dei prodotti impermeabili liquidi sono i seguenti:
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expected working life (vita lavorativa prevista);
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climatic zone of use (zona climatica di utilizzo);
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user loads (carichi dell’utente);
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roof slopes (pendenze del tetto);
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minimum surface temperatures (temperature superficiali minime);
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maximum surface temperatures (temperature superficiali massime).
Nella ETAG 005 non viene mai utilizzato il termine garanzia bensì solo ed esclusivamente “expected working life” ossia “aspettativa di vita lavorativa” del sistema impermeabile cosa ben diversa rispetto ad una vera e propria garanzia, termine che i falsi profeti utilizzano per abbindolare i loro clienti giocando sulla loro scarsa conoscenza della materia!!!
La durabilità di un sistema impermeabile, non garanzia, dipende dal rispetto delle regole di posa e dalla relativa attività manutentiva da eseguire sul sistema.
In conclusione….. LA GARANZIA DI 25 ANNI SUI SISTEMI POLIURETANICI PER COPERTURE NON ESISTE!!!
Scopo di questo articolo è evidenziare l’errata informazione tecnica che viene fornita dai tantissimi venditori-rappresentanti o promotori tecnici-specialisti di linea di diverse aziende in merito ai prodotti impermeabili per coperture. Solitamente si tratta di prodotti poliuretanici pronti all’uso (i veri prodotti monocomponenti) che molto spesso vengono tagliati con plastificanti a base di oli di scarto per ridurne i costi ed ottenere prezzi al di sotto della quotazione della materia prima di un “vero” formulato poliuretanico.
Prodotti low cost
Per dimostrare ciò, basterebbe eseguire una semplice analisi spettrometrica IR su diversi prodotti poliuretanici per accorgersi che il quantitativo di matrice legante poliuretanica (la materia nobile del prodotto) presente nel formulato si aggira tra il 7% e il 15% contro una percentuale che dovrebbe essere non inferiore al 40% secondo le formule standard consigliate dai più importanti fornitori al mondo di materie prime (Bayer, Huntsman, Basf e Dow) a cui tutti i produttori di prodotti poliuretanici roofings si rivolgono.
Basti pensare a tutti quei formulati poliuretanici che possiamo definire “low cost”, e non sono pochi, che dopo la loro applicazione subiscono fenomeni di idrolisi nel giro di alcuni mesi o pochissimi anni in funzione della loro esposizione.
I formulati “low cost” si degradano più velocemente ma allo stesso tempo sono quelli che si possono riparare più facilmente grazie all’incremento della loro permeabilità (porosità strutturale rilevabile dopo cicli di invecchiamento in ambiente esterno). A prova di ciò vi sono numerose ricerche pubblicate sulle analisi di matrici polimeriche effettuate prima e dopo l’invecchiamento mediante indagini con microscopio elettronico a trasmissione (Transmission Electron Microscopy – T.E.M.) e/o microscopio a forza atomica (Atomic Force Microscope – AFM).
E’ sovente trovare su diverse schede tecniche frasi del tipo …..il sistema è stato studiato per poter essere applicato, su sottofondi molto umidi oppure ……il sistema è resistente ai ristagni e ai raggi UV oppure …..il sistema offre elevata resistenza all’invecchiamento….!!!!
Non conoscere il fenomeno della scarsa resistenza al ristagno d’acqua dei sistemi poliuretanici soprattutto se trattasi di formulati poliuretanici “low cost” e non conoscere nemmeno cosa sia l’Effetto Lente (Lens Effect) è molto grave per non dire vergognoso soprattutto se a proporre la vendita e l’errato impiego di questi sistemi sono i fatidici promotori tecnici o specialisti di linea di quelle aziende ritenute depositarie del sapere tecnico!!!
Ad ulteriore dimostrazione di come siano del tutto false le indicazioni di garanzia e durabilità pluriennale dei sistemi roofing a vista, soprattutto se privi di adeguati strati protettivi (top coat) UV resistenti bisogna parlare della resistenza ai raggi ultravioletti dei sistemi impermeabili roofing. La resistenza ai raggi ultravioletti viene definita come l’abilità di un materiale a resistere alla radiazione UV o alla luce solare.
In merito alla prova di invecchiamento accelerato di un sistema impermeabile poliuretanico basta leggere la EOTA TR 010 (“Exposure procedure for artificial weathering, edition May 2004”), Procedura di esposizione per agenti atmosferici artificiali.
Lo scopo dell’EOTA TR 010, suddivisa in 3 allegati, è quello di fornire le specifiche procedure per l’esposizione agli agenti atmosferici artificiali dei provini dei sistemi impermeabili liquidi da applicare su coperture. Vengono indicate due diverse serie di condizioni di esposizione, definite come “condizioni M” e “condizioni S”, in base alle diverse zone climatiche di utilizzo in Europa.
Il test di invecchiamento accelerato riproduce in pochi giorni o settimane i possibili danni causati dall’esposizione del sistema impermeabile all’azione dei raggi solari per mesi o anni. I campioni, posti ad una distanza di 20 cm da una lampada standard OSRAM Ultra-Vitalux (ultraviolet high pressure lamp, 300 W, 220 V) in grado di riprodurre lo spettro solare, vengono esposti alla luce all’interno di una camera climatizzata (55°C, 85% U. R.) per 24 ore. Si valuta quindi il cambiamento di colore del campione in termini di delta E.
A pag. 8 dell’EOTA TR 010 si cita testualmente …..”this calculation method represents a very approximate means of estimation…..” ossia “questo metodo di calcolo rappresenta un mezzo di stima molto approssimativo”.
Pertanto, i valori di invecchiamento riportati nella EOTA TR 010 sono puramente approssimativi e non reali. Basti pensare che i quanti di energia delle sorgenti di invecchiamento utilizzate per le prove non sono per nulla paragonabili ai quanti energetici che agiscono nella realtà atmosferica del nostro pianeta e non possono sostituire la realtà di un sistema roofing esposto in ambiente esterno.
Le aziende produttrici di sistemi poliuretanici per coperture roofing utilizzano specifici test di invecchiamento accelerato per certificare fino a 10, 15, 20 o 30 anni la resistenza ai raggi UV di uno specifico prodotto.
Qual’è la validità di una prova di invecchiamento accelerato condotta in laboratorio su campioni, dove vengono simulati in pochi giorni o settimane i possibili danni causati dall’esposizione per anni del sistema impermeabile ai raggi solari?
I test d’invecchiamento artificiale hanno senso?
L’invecchiamento (ageing, secondo l’espressione anglosassone) è un problema che riguarda soprattutto i sistemi impermeabili liquidi per coperture roofing e dipende dagli effetti della luce, che provoca il viraggio di colore dei materiali ed una minor resistenza meccanica degli stessi.
I valori ricavati dai test di invecchiamento artificiale sono poco attinenti al comportamento che i sistemi impermeabili poliuretanici subiscono realmente su una copertura sotto l’azione delle diverse condizioni atmosferiche.
Il sole rappresenta una sorgente ricca di raggi UV, tanto che l’esposizione alle diverse radiazioni, associata alla temperatura, all’umidità ed agli inquinanti presenti nell’atmosfera altera, e non poco, i materiali, soprattutto i sistemi impermeabili a vista, attraverso complesse reazioni. Infatti, sui raggi UV e sulla loro azione non abbiamo una piena conoscenza e non vengono fornite informazioni corrette!!!
Sappiamo che da tempo i livelli di UV stanno rapidamente aumentando a causa delle immissioni continue di aerosol nell’atmosfera e in molti si sono accorti che il sole ha modificato la sua intensità……“l’incidenza di tumori della pelle causati dalle radiazioni solari crescono di anno in anno così come molte varietà di vita vegetale stanno mostrando segni di stress in numerose aree del mondo.
Le radiazioni ultraviolette (UV) si trovano nella regione invisibile dello spettro elettromagnetico, comprese tra 100 nm e 400 nm (nanometri). In base a diverse lunghezze d’onda vengono classificati in UV-A, UV-B e UVC dalla CIE (Commission Internationale de l’Eclairage).
Viene riportato da più fonti che le radiazioni UVA e UVB sono quelle che raggiungono la Terra mentre le radiazioni UVC vengono bloccate dall’ozonosfera.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Heath Organization) e per altri organismi come il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), non più del 5% del totale delle radiazioni UV che raggiunge la superficie della Terra dovrebbero essere radiazioni UVB. L’altro 95% dovrebbero essere normali raggi UVA. Sempre secondo queste agenzie le radiazioni UVC dovrebbero essere pari a zero.
Non è così!!!! Nessuno lo dice ma le radiazioni UV più dannose sono quelle UVC ed UVB.
Da misurazioni dei livelli di UV effettuate nel nord della California è stato rilevato un livello di radiazioni UV incomprensibilmente elevato, peggiorativo rispetto a quanto riportato in diversi studi e indicato da diverse fonti e organizzazioni. È stato rilevato un particolare un aumento esponenziale delle radiazioni UVB. Grazie alla loro elevata energia, il potenziale delle radiazioni UVB è eccezionalmente alto ed è in grado di causare danni biologici alle piante, agli animali e agli esseri umani.
Le radiazioni UVB (rappresentano la forma più letale delle radiazioni UV) sono arrivate quasi al 70% del totale in grado di raggiungere la superficie del nostro pianeta! Ciò significa che l’esposizione totale alle radiazioni ultraviolette è notevolmente aumentata, peggiorando ancora i livelli complessivi dei raggi UVB. Ma il caso studio condotto in California ha mostrato, anche, livelli significativi di radiazioni UVC che di solito sono filtrati dallo strato di ozono, a circa 100.000 piedi nella atmosfera.
Il test condotto nel nord della California ha rivelato che il 70% e oltre delle radiazioni UV in arrivo è attualmente nella gamma tra UVB e UVC e non il 5% o meno, come viene riportato da organizzazioni e organismi internazionali oltre che da molti media. Questo si traduce in un aumento di quasi il 1400% di raggi UVB come percentuale della radiazione UV totale.
E quali sono i danni provocati dai raggi UVB e UVC sui sistemi impermeabili per coperture roofing??? Nessun test riportato nelle schede tecniche di diversi prodotti è in grado di rispondere a questa domanda.
Diventa, pertanto, estremamente aleatorio parlare di durabilità di un sistema impermeabile a fronte di test di invecchiamento accelerato ai raggi UV condotti in laboratorio e non in un contesto reale.
I veri test di invecchiamento accelerato, parametrici alla realtà, fanno riferimento ad altre tipologie di prove che vengono eseguite solo in ambito militare come più volte enunciato dall’Ing. Roberto Madorno.
In conclusione, l’invito è quello di non affidarsi ai valori riportati in numerose schede tecniche di prodotti, dati ricavati da prove di laboratorio che nulla hanno a che fare con la realtà del cantiere e con il reale comportamento all’esterno di un sistema impermeabile.
Le migliori schede sono quelle che accanto ai dati parametrici del prodotto forniscono precise e dettagliate indicazioni sulla preparazione del supporto, sulla corretta applicazione del sistema ma soprattutto sugli interventi di controllo e manutenzione da effettuare periodicamente sullo stesso.
Oggi, sull’impiego dei sistemi impermeabili poliuretanici si riscontra una disinformazione tecnica evidente, da parte di chi produce, di chi vende e, spesso, di chi deve applicare.
Purtroppo, clienti, applicatori e progettisti corrono dietro ai loghi aziendali, al marketing e alle favole abilmente raccontate dai rappresentanti o dai loro pseudo tecnici.
Tutti dovrebbero ragionare con la propria testa cercando sempre di comprendere cosa viene loro proposto.
Operiamo in un mondo in cui la conoscenza tecnica è schiava della pubblicità e del marketing aziendale. Un mondo in cui molti tecnici o venditori incompetenti di fronte a regole tecniche specifiche e a normative ben chiare ed evidenti proseguono nella diffusione di errate e false informazioni.
A tal proposito una meravigliosa citazione di San Tommaso d’Aquino: “L’idiota considera falso tutto quello che non è in grado di comprendere”.
Arch. Mario Vincenzo Monardo
Biografia dell’autore
Laureato presso la Facoltà di Architettura di Roma a Valle Giulia, l’architetto Mario Vincenzo Monardo, si occupa da oltre 20 anni di problematiche legate al settore delle impermeabilizzazioni.
Tecnologo esperto in danni e difetti delle costruzioni, ha lavorato per importanti aziende, nazionali ed internazionali, del mercato dei materiali per l’edilizia ad alta tecnologia come Sika, Basf, Fassa Bortolo, Volteco, Krypton Chemical, Mapei.
È relatore in numerosi corsi e seminari tecnici presso gli Ordini Professionali (con rilascio di crediti formativi), riguardanti la progettazione e l’applicazione dei sistemi impermeabili.
Da giugno 2017 ricopre il ruolo di Product Manager della linea impermeabilizzazioni nell’azienda Fassa Bortolo.