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Come leggere la scheda tecnica delle membrane bituminose – la flessibilità a freddo – UNI EN 1109

Uno dei caratteri principali con cui si scelgono le guaine bituminose è la flessibilità a freddo!

Stabiliamo subito che la flessibilità a freddo non è la temperatura d’esercizio della guaina o a cui si può posare una guaina! Quella è scritta in scheda tecnica sulle note relative alla posa! Per le guaine bituminose non è mai sotto i +5°, ma è consigliabile avere temperature superiori ai +10°. Per le guaine sintetiche valgono le stesse regole anche se non serve la fiamma per posarle; il punto è che il phon ad aria calda deve poter scaldare il materiale e che questa temperatura sia costante durante la lavorazione di saldatura dei teli. Se la temperatura ambientale o del supporto fosse troppo bassa il phon non riuscirebbe a mantenere la temperatura di fusione dei materiali. Questo non vuol dire che non ci si possa provare, ma lo fareste a vostro rischio e pericolo!

Torniamo alla nostra caratteristica: la flessibilità a freddo. E’ normata dalla UNI EN 1109:2013 che la definisce come “la capacità di un provino di MBP di essere piegato sotto specifici condizioni senza rompersi. Di seguito viene definita la Temperatura di Flessibilità a Freddo come la“temperatura minima alla quale un provino di MBP può essere piegato intorno ad uno specifico mandrino senza rompersi; ultima definizione è la Rottura: “Fessura nella massa impermeabilizzante della MBP estesa fino all’armatura o che attraversa totalmente le membrane non armate”.

Specifichiamo un’altra cosa che non è descritta nella norma: la massa impermeabilizzante è quella che è attaccata (nei monostrati) alla soletta, ossia la parte bassa della guaina fino all’armatura; la parte superiore della guaina è uno strato di protezione.

Stabilite le definizioni, la norma ci descrive come viene eseguito il test: il provino di guaina viene immerso in una soluzione refrigerante e portato lentamente alla temperatura desiderata (da +20 a -40), arrivati alla temperatura il provino viene piegato lentamente (360mm/min) fino a portarlo fuori dalla soluzione refrigerante. Per definire la temperatura di flessibilità a freddo vengono eseguite 5 prove, se 4 su 5 sono positive, ossia il provino non si rompe, allora quella prova è superata! Quando la prova non viene superata allora si prende la temperatura precedente e quella sarà il valore di quella specifica guaina.

Ma a cosa serve avere questo valore? Effettivamente non ha una praticità di immediata rilevazione, anzi… vista così sembra non servire assolutamente a nulla, se non fosse che ci da indicazioni particolari che possono segnalare la tipologia del polimero utilizzato, la quantità di polimero e di filler utilizzato. Infatti più la temperatura è bassa più si può definire di qualità una guaina bituminosa.

Facciamo alcune distinzioni: le guaine bituminose, abbiamo visto nell’articolo precedente, si dividono in plastomeriche (tipo APP) ed in elastomeriche (tipo SBS o TPO). Le guaine plastomeriche, normalmente, hanno un range di temperatura di flessibilità a freddo che varia da 0° a -20° mentre le elastomeriche tra -10° e -30°. quindi se vogliamo un prodotto qualitativo sappiamo che un -15 APP o un -20 SBS sono dei valori medi che ci garantiscono un buon risultato, una buona risposta alla fiamma ed una buona adesione. Non ci garantiscono un ottimo risultato, quello dipende da chi lo posa!

Se dovessi guardare questo valore dalla parte di chi progetta o di chi compra il lavoro direi che è importante avere temperature di flessibilità a freddo piuttosto basse per potermi garantire un lavoro sicuramente duraturo; infatti maggiore è il contenuto di polimeri migliore è la durata della guaina.

Per quanto riguarda la progettazione utilizzerei sempre delle guaine con grande quantità di massa impermeabilizzante (quella sotto l’armatura) con una flessibilità a freddo intorno ai -20° per le coperture a vista (in APP) e dai -20° ai -30° per le fondazioni (SBS).

Quindi perchè troviamo delle guaine che sembra non essere di grande qualità sul mercato? La risposta è semplicissima: prima di tutto mantenere un prezzo di vendita remunerativo senza aggredire il cliente, battere la concorrenza con il prezzo (tanto la guaina bituminosa è impermeabile sempre anche se di bassa qualità), poter accedere a quelle quote di mercato che non sono in mano ai professionisti. Tra questi ultimi casi ci sono i magazzini di rivendita al dettaglio (Leroy Merlin, Brico, Castorama etc.) che propongono guaine bituminose di bassissima qualità. Potrebbe sembrare una mezza truffa, ma in fondo è una sorta di protezione del cliente; più è alta la qualità delle membrane maggiore deve essere la capacità del posatore in quanto molto più delicate e con punti di rammollimente più bassi. Quindi, come progettisti pretendete sempre di utilizzare membrane di alta gamma, come posatori utilizzate i produttori per migliorare sempre più le vostre conoscenze anche con corsi, come clienti pretendete di vedere le schede tecniche dei materiali che vi vengono proposti in modo da capire se il materiale è giusto e se il posatore è capace o no! Attenzione a non limitarvi a valutare un solo dato! Ce ne sono tanti altri che vedremo nei prossimi articoli e andranno visti nel loro insieme.

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Il verso di posa di una guaina

Capisco che può sembrare una cosa banale, ma molti casi di difetto di posa sono dovuto proprio al verso di posa di una guaina: inteso come dritto o rovescio, ma anche senso di stesura della guaina.

Dritto o rovescio

Beh è molto semplice su una guaina ardesiata: l’ardesia sta sopra (non ridete…. ho trovato chi ha provato a sfiammare l’ardesia) Su una guaina liscia, di solito, la carta con il marchio è quella da sfiammare e, per avere una buona sfiammatura, il marchio deve cancellarsi. Sulle guaine autoadesive si deve ricordare che il verso di posa è quello con la carta siliconata che, attenzione, non deve essere sfiammata (mi sono trovato un cliente che tentando di sfiammarla mi ha detto: vede non si fonde sto c….o di carta)

Senso di stesura

Quì le cose si fanno un po’ più serie: la stesura della guaina deve avvenire, in un tetto a falda, in senso ortogonale alla linea di gronda (perpendicolare) e mai correrle parallela. Premesso che così è descritta sui manuali di posa di tutti gli applicatori e, pertanto, così deve essere fatto (impariamo a leggere le schede tecniche) il motivo è molto semplice: se montiamo una guaina parallela alla linea di gronda avremo molti punti deboli (i sormonti) in cui l’adesione tra le mescole bituminose è soltanto altra mescola bituminosa e non l’armatura; se, invece, la montiamo correttamente (con il suo risvolto sul colmo) avremo l’armatura che svolge la sua azione meccanica e difficilmente (purchè in aderenza totale) le tegole faranno scivolare la guaina.

Doppio strato Il doppio strato deve avere alcune piccole accortezze: devo stare attento agli angoli dei rotoli: quando ho posato il primo strato, il secondo devo sfalsarlo in modo tale da non trovarmi con sormonti esagerati che, col tempo, possono staccarsi e creare infiltrazioni. Anche nel monostrato devo stare attento agli angoli, in quanto, se non sfalso i rotoli, posso trovarmene alcuni con 4 strati di guaina che, invece di tenere di più, saranno un punto debole e di sicura infiltrazione.

Tetto piano Nel tetto piano non esiste il problema del senso di stesura! è piano, quindi qualunque verso utilizzi rimane piano!

Chiaramente valgono sempre le stesse regole: totale aderenza, rullatura delle sormonte e stiamo attenti a ciò che facciamo!

Ciao a tutti e buon lavoro.